giovedì 24 febbraio 2011

CONCLUSIONE

Concludo dando i dettagli della vita quotidiana al nido
  • 7.30-9.30: accesso libero al servizio;
  • 9.00-10.00: spuntino e cambio del pannolino;
  • alle 10.00 si iniziano le attività in piccoli gruppi;
  • 11.35 preparazione al pranzo, a tavola, e poi c'è il pranzo e il riposo;
  • dalle 15.00 alle 16.00 c'è il risveglio e poi la merenda;
  • infine gioco libero.

La giornata al Nido 
Quando il bambino si ambienta, il nido diventa la sua seconda casa ed è importante che sia organizzato al meglio. 
Il bambino al nido viene a fare parte di una comunità, caratterizzata da stili di comportamento e di comunicazione, spazi da condividere e regole da rispettare. 
Possono essere previsti momenti formali accanto ad altri informali. 
La giornata è organizzata in modo da seguire un ritmo che si ripete e che il bambini impara a riconoscere. 
Essa deve rispondere ai bisogni primari dei bambini e ha lo scopo di costruire relazioni con gli adulti. 







martedì 22 febbraio 2011

IL DIARIO DEL BAMBINO

  • E' lo strumento con cui ricomporre le esperienze dei bambini, rappresenta la storia individuale.
  • Formato da osservazioni raccolte nel tempo sottolinea i passaggi evolutivi e il valore individuale che l'esperienza ha fatto emergere.
  • L'educatore seleziona, interpreta i significati degli eventi osservati.
  • Offre al bambino e alla famiglia una memoria dell'esperienza realizzata nel servizio.
  • Il diario del bambino utilizza: le osservazioni contenute nel quaderno dell'inserimento, le osservazioni quotidiane, le osservazioni relative all'esperienza di piccolo gruppo, l'archivio di foto, le raccolte degli elaborati dei bambini.
Tempi:
Va consegnato verso la conclusione dell'anno, durante il colloquio individuale per promuovere il confronto con la famiglia.

giovedì 17 febbraio 2011

IL PROCESSO DI AMBIENTAMENTO

A ottobre/novembre avviene l'incontro con i genitori che mette insieme genitori nuovi con vecchi, attraverso video, diapositive e documentazione scritta, le educatrici raccontano alle famiglie i diversi momenti della giornata.

Vengono predisposti materiali informativi per i genitori dei nuovi iscritti, si discute sulle difficoltà del primo periodo di frequenza, i genitori chiedono approfondimenti, si riflette sulla relazione tra i bambini.
Il materiale raccolto nella prima fase di frequenza documenta un primo profilo del bambino.
Esso traduce in parole ciò che si è osservato, richiede un investimento di tempo da parte dell'educatore  che deve chiedersi come si sta sviluppando la situazione, individuando criticità e punti di forza.
La documentazione quotidiana: avviene dopo la fase di frequenza, descrive esperienze dei bambini e del gruppo, misura lo sviluppo e le competenze, nasce dall'osservazione e poi dalla scrittura di passaggi evolutivi ed esperienze valorizzando gli stili e le strategie in atto dal bambino nel comportamento.

venerdì 11 febbraio 2011

LA GRIGLIA DI OSSERVAZIONE

La griglia di osservazione è un insieme di comportamenti, si annota ciò che attira l'attenzione, ci aiuta a focalizzare l'interesse sui comportamenti ritenuti rilevanti.


Come costruire una griglia:

  • esplicitare quali comportamenti osservare per evitare interpretazioni delle azioni dei bambini si è usato microcategorie nell'osservazione, in cui doveva essere evitata l'utilizzo di categorie interpretative registrando solo comportamenti osservabili;

  • l'obbiettivo finale è che le categorie siano precise cioè uno stesso comportamento deve essere classificato solo in una categoria e non il altre, e affidabili cioè di fronte allo stesso comportamento due osservatori la pensano uguale. 

martedì 1 febbraio 2011

UN BUON OSSERVATORE....

  • dovrebbe arrivare ad una descrizione il più possibile oggettiva;
  • dovrebbe osservare lo stesso bambino in contesti diversi o in situazioni simili ma in interazione con altri bambini;
  • non dovrebbe esprimere una valutazione basandosi sull'osservazione di un solo episodio;
  • dovrebbe avere a disposizione un arco di tempo ampio per riservare ai bambini le stesse attenzioni in situazioni diverse;
  • non dovrebbe essere contemporaneamente educatore.

NELL'OSSERVAZIONE BISOGNA PRESTARE ATTENZIONE ALLE:

  • osservazioni spontanee: durante l'osservazione può succedere che ci rimangono impressi gli episodi e i comportamenti di alcuni bambini rispetto ad altri. Bisogna annotare a fine giornata ciò che ci è rimasto in mente del comportamento dei diversi bambini, così ci rendiamo conti se le registrazioni dei comportamenti di un bambino sono più numerose di quello di un altro.
  • osservazioni non consapevoli: sono comportamenti che l'insegnante non coglie spontaneamente perché non è consapevole della loro rilevanza.
  • interpretazioni di osservazione: è quella che diamo nel momento in cui osserviamo il comportamento e quindi ciò che registriamo nella memoria non è l'episodio che si era verificato.


venerdì 28 gennaio 2011

TIPI DI OSSERVAZIONE

Strumento molto importante per un educatore è l'OSSERVAZIONE.
Ci sono 2 tipi di osservazione:
1) osservazione occasionale: non è intenzionale, spesso è influenzata dal contesto, dalle idee dell'educatore, da pregiudizi e dalle immagini che ha del bambino.
2) osservazione sistematica: richiede un'attenta programmazione dei tempi e dei contesti di osservazione;
è guidata da uno specifico obbiettivo conoscitivo; implica procedure particolari dell'utilizzo di alcune tecniche per registrare ciò che è stato osservato.
Lo scopo principale è valutare il livello raggiunto dal singolo bambino!

venerdì 21 gennaio 2011

LA PROFESSIONALITA' DELL'EDUCATORE

Per le educatrici produce maggiore soddisfazione la crescita del bambino fino a 3 anni e il poter lavorare all'interno di un gruppo di colleghe in funzione di supporto e di scambio.
L'asilo nido è un luogo di cura e apprendimento e ha bisogno di educatrici con una qualificazione professionale, esse devono essere flessibili e saper relazionare con i genitori. 
Per l'educatore è molto importante  saper usare le competenze relazionali: verbale e non verbale.

La comunicazione non verbale: sguardi, gesti, postura e tono della voce. 
Un esempio della posizione del corpo è sedersi di fronte al bambino in modo che lo sguardo si incroci così si favorisce una migliore comunicazione. 





La comunicazione verbale: usata per descrivere la situazione, per espressioni di incoraggiamento e di interessamento e riesposizione dei contenuti


L'educatrice deve saper utilizzare anche la competenza riflessiva che concorre ad alimentare la conoscenza diretta dei bimbi posseduta dalle educatrici. 
Le educatrici hanno la possibilità di vivere con i bambini e di pensarli durante le riunioni. 
I genitori avvertono di avere un educatore professionale e competente che pensa i loro bimbi e li aiuta a capirli. 

giovedì 13 gennaio 2011

LA FIGURA DI RIFERIMENTO

Fondamentale x l'inserimento del bambino al nido è la figura di riferimento.


La figura di riferimento costruisce momenti privilegiati di rapporto che favoriscono il processo di familiarizzazione del bambino al nido e permettono lo sviluppo delle sue potenzialità sociali.
Essa diventa il polo di orientamento: coglie i progressi e modula le proprie richieste in funzione della conoscenza che ha del bambino nel rispetto dei suoi tempi.  

La figura di riferimento:
  • deve rispondere alle esigenze di stabilità e di sicurezza dei bambini e dei genitori; 
  • costruisce un rapporto individualizzato conquistando progressivamente la fiducia nel bambino;
  • rappresenta un punto di appoggio e di fiducia proponendosi come figura stabile con la quale comunicare e scambiare opinioni;
  • rende il bambino sempre più autonomo.


Risulta importante prestare attenzione:
  • ai bambini già inseriti negli anni precedenti;
  • all'ambiente che deve essere disposto a misura di bambino;
  • al concetto di ordine, avere il posto per ogni cosa e mettere ogni cosa al suo posto.

Il Nido deve essere un luogo capace di costruire una base sicura.

domenica 9 gennaio 2011

DIVERSI TIPI DI ACCOGLIENZA AL NIDO

L'ACCOGLIENZA AL NIDO è un elemento chiave per instaurare relazioni significative con le famiglie.
Voglio ricordare che il rapporto con i genitori è uno degli aspetti più complessi da gestire ed è un punto essenziale del progetto educativo.


Vediamo i diversi tipi di accoglienza:

  • ACCOGLIENZA INIZIALE: rivolta a famiglie di bambini che frequenteranno il servizio, le famiglie si fanno un'idea di com'è strutturato.
  • ACCOGLIENZA DURANTE L'INSERIMENTO: il metodo varia a seconda del nido, può avvenire sul piccolo gruppo o individualmente.
  • ACCOGLIENZA QUOTIDIANA: azioni messe in atto perché bambini e genitori si sentano a loro agio, si esprime in entrata e in uscita del bambino al nido.
  • ACCOGLIENZA OCCASIONALE: tutte le occasioni in cui  è possibile coinvolgere la famiglia.
  • ACCOGLIENZA MIRATA: è rivolta a famiglie di cultura diversa o con bambini in difficoltà.

lunedì 3 gennaio 2011

PRIMI GIORNI D'AMBIENTAMENTO

Nei primi giorni d'ambientamento la breve permanenza dei bambini, garantisce che i genitori e l'educatore si incontrino sia all'accoglienza che all'uscita.
Nei primi momenti in cui il genitore si allontana dal bambino può avere a disposizione negli spazi a lui dedicati del materiale di documentazione da guardare. La documentazione relativa all'ambientamento degli anni precedenti può confortare il genitore. 
I fogli di comunicazione quotidiana relativi alla routine e alle attività svolte dai bambini sono un supporto alla comunicazione con le famiglie.
Il bambino che si trova in una nuova situazione ha bisogno della presenza affettiva e rassicurante del genitore, proprio per questo il genitore deve rimanere al nido.




Il percorso dell'ambientamento richiede la partecipazione attiva di tutti gli adulti.  
Tra i genitori è importante che si realizzi incontro/confronto in modo che scoprano che le loro ansie e incertezze non sono uniche, ma riguardano tutti e la possibilità di parlarne insieme ne permette una elaborazione positiva.